Hojojutsu (Shibari)

Hojojutsu è l’arte di legare un prigioniero con l’utilizzo di una corda, sviluppata nel Giappone feudale della classe dei samurai. La parola “Hojo” è formata dal kanji “Ho“, che è anche pronunciato “tori” e significa “per catturare, detenere,” e “Jo“, anche pronunciato ‘Nawa’ e significa “corda”.

La parola “jutsu” significa “arte, abilità.”

La ragione principale di dover legare qualcuno, deriva dalla necessità di assoggettare o impedire l’evasione di un determinato individuo. Era il caso del periodo feudale in Giappone, quando un nemico era catturato per ottenere informazioni, o essere scambiato con importanti personaggi che erano catturati dal nemico.

Altri e diversi motivi per cui l’Hojojutsu è stato utilizzato, per esempio assicurare un prigioniero mentre veniva presentato a qualche autorità, oppure in un possibile processo per i crimini commessi. In questo modo i giapponesi svilupparono un sofisticato sistema di usare la corda per legare le persone. La conoscenza dell’Hojojutsu fu inclusa nella preparazione marziale del Bushi e fu usata soprattutto nell’epoca sanguinosa chiamata “Sengoku Jidai“.

La classe inferiore di ufficiali, chiamati ‘okapiki’, apprendeva le forme base dell’Hojojutsu sotto la supervisione di ufficiali di più alto rango della classe Samurai. Il compito di legare il prigioniero o l’indagato era relegato, infatti, alle posizioni più basse della classe di ufficiali.

E ‘importante notare che i prigionieri erano legati in maniera specifica, seguendo l’indicazione del loro status sociale. Ogni metodo d’imbragatura indicava la posizione sociale occupata dal prigioniero e il crimine che aveva commesso. Nel periodo Edo, i colori delle corde indicavano il reato o la condizione della persona. Ad esempio: la corda bianca era usata per reati minori, la corda blu era usata per reati gravi; se la persona era un personaggio importante, era utilizzata una corda viola, se invece di rango inferiore era di colore nero.

Esistono, all’interno dell’Hojojutsu, speciali tecniche adatte alle persone con braccia forti e in grado di annullare la costrizione, in maniera tale che più si muoveva la persona tenuta più si tendeva la corda. Le corde erano di solito realizzate in lino, seta o di canapa. Durante questo periodo, essere legato con una corda che passa intorno al collo era veramente umiliante, alcuni lo consideravano peggio della morte.

Diversi tipi di nodi erano utilizzati per scopi diversi, che andavano dallo stringere allo strozzare o imbragare oppure semplicemente legare un prigioniero a un altro. Un metodo di cattura del prigioniero era di lanciare una sorta di gancio che faceva cadere la persona, che poi veniva legata con un’intricata rete di corda, che la paralizzava completamente.

Con la Restaurazione Meiji (1887), l’Hojojutsu cadde in disuso, oggi ci sono pochi insegnanti che hanno padronanza l’Hojojutsu tradizionale. La moderna polizia giapponese porta ancora le corde per tenere i prigionieri, oltre che le mogli.