Armi: Yari e Magoyari

 

Sensei e Magoyari
Sensei e Magoyari

🏹 Yari (槍) – La lancia giapponese

📜 Storia

  • Origini: Introdotta dalla Cina o Corea, ma evoluta in forma specifica giapponese già nel periodo Heian (794–1185).

  • Divenne un’arma dominante nel periodo Sengoku (XV–XVI secolo), quando le guerre tra clan erano frequenti.

  • Sostituì parzialmente l’uso del katana e dell’arco (yumi) nei campi di battaglia, grazie alla sua portata, versatilità e facilità d’uso in formazioni di fanteria.

⚔️ Struttura e varianti

  • Lama in acciaio, diritta e a doppio filo, montata su un lungo manico in legno (spesso da 2 a 4 metri).

  • Esistevano diverse varianti:

    • Su-yari: lama semplice e dritta (la più comune)

    • Kama-yari: lama con “ganci” laterali, utile per tirare giù cavalli o guerrieri

    • Jumonji-yari: lama a forma di croce, simile a un tridente


🔱 Magari Yari (o Magoyari / 蜷槍 o 蟇ヶ矢)

Il termine magari può riferirsi a “curvo” o “articolato”, ma spesso è associato a Yari dalla lama a forma complessa, come la jumonji-yari.

Particolarità

  • La jumonji-yari, chiamata anche magari yari, aveva due lame laterali curve, utili per agganciare, spingere, tirare, disarmare o colpire in modo imprevedibile.

  • Celebre portatore: Hōzōin In’ei, un monaco guerriero del 1500, creatore dello stile Hōzōin-ryū, famoso per l’uso spettacolare della jumonji-yari.


🥷 Utilizzo in battaglia

  • Le yari erano usate in formazione (ashigaru, i fanti), in schieramenti tipo falange, per respingere cariche di cavalleria.

  • I samurai le usavano anche a cavallo o da soli in duelli, con tecniche precise e letali.

  • Il magoyari permetteva di agganciare e controllare l’avversario, ottimo contro spade o per cavalleria.


📚 Curiosità

  • Il famoso generale Honda Tadakatsu portava una yari leggendaria chiamata Tonbogiri (蜻蛉切, “Taglia-libellule”), una delle “Tre lance famose del Giappone”.

  • Alcune scuole tradizionali (koryu), come Hōzōin-ryū, insegnano ancora oggi le tecniche del magoyari.

  • A differenza della lancia occidentale, la yari era tagliente anche lateralmente, rendendola molto più versatile.

Armi: Manriki Kusari

Senpai Lino e manriki kusari

Il manriki-gusari (o manriki-kusari, 萬力鎖 o 万力鎖) è un’arma tradizionale giapponese, appartenente alla categoria delle armi flessibili. È formata da una catena metallica (kusari) con pesi alle estremità, ed è stata storicamente utilizzata da guerrieri e agenti segreti, in particolare ninja e poliziotti (metsuke o doshin) nel periodo Edo.


🥋 Storia del Manriki-Gusari

  • Origini: Si ritiene che l’arma sia stata creata nel tardo periodo Sengoku o all’inizio del periodo Edo (XVII secolo).
  • Invenzione attribuita: Al samurai Masanari Masaki, fondatore della scuola Masaki-ryu, esperto nelle arti marziali di autodifesa per le guardie dei templi e delle case signorili.
  • Uso storico: Diffusa tra i poliziotti feudali per immobilizzare sospetti senza ucciderli, ma anche tra gli shinobi (ninja) per la sua facile occultabilità e versatilità.

⚔️ Struttura dell’Arma

  • Lunghezza: Di solito tra 60 cm e 120 cm.
  • Materiale: Catena in acciaio, con pesi in metallo a ciascuna estremità.
  • A volte veniva nascosta nelle maniche o legata alla cintura.

🥷 Utilizzo e Tecniche

Il manriki-gusari è un’arma di difesa personale e cattura, non letale se usata con perizia. Le tecniche (kusarijutsu) includono:

  1. Colpire: Usare i pesi come arma contundente, colpendo mani, viso o ginocchia.
  2. Intrappolare: Avvolgere la catena attorno a un’arma nemica (es. katana) per disarmare l’avversario.
  3. Immobilizzare: Avvolgere gli arti o il corpo dell’avversario per bloccarlo o farlo cadere.
  4. Strangolare: Se necessario, può essere usata per strangolare, ma storicamente questo era raro nel contesto della polizia.
  5. Parare: Può anche essere usata per deviare colpi di altre armi, sfruttando la flessibilità della catena.

🧠 Perché era efficace?

  • Facile da nascondere e trasportare.
  • Non letale, adatta a un contesto di ordine pubblico.
  • Versatile: poteva essere usata anche contro armi tradizionali più lunghe.
  • Imprevedibile: difficile da anticipare nei movimenti.

 

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