Quintiliano: Un buon maestro deve essere…

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sensei E. Sguazzi

Parli moltissimo dell’onestà e del bene: infatti, quanto più spesso ammonirà, tanto più raramente punirà; non sia assolutamente irascibile e tuttavia non tralasci le correzioni che si dovranno fare , sia semplice nell’insegnamento, resistente alla fatica, metodico piuttosto che incostante.

Risponda volentieri a chi pone domande, interroghi di sua iniziativa chi non ne pone. Nel lodare l’esposizione degli allievi non sia né parco né eccessivo, perché il primo atteggiamento genera in loro fastidio per la fatica, il secondo li fa adagiare nella tranquillità .

Nel correggere gli errori non sia aspro e non sia assolutamente offensivo: proprio questo, infatti, allontana molti dal proposito di studiare, ossia il fatto che alcuni insegnanti rimproveranocome se odiassero.

Egli stesso dica quotidianamente qualcosa, anzi molte cose, che gli ascoltatori possano meditare fra sé. Sebbene infatti dalla lettura derivino sufficienti esempi per l’imitazione, tuttavia alimenta in modo più completo la voce, come si dice, viva, e specialmente quella dell’insegnante, che gli allievi, se solo sono stati bene istruiti, amano e rispettano.